Conseguenze mastectomia e linfoadenectomia ascellare

Dottore, quali conseguenze può avere un intervento di mastectomia e linfoadenectomia ascellare?

Risponde il Dr Dario Guerini Rocco Direttore FF Riabilitazione Gazzaniga (BG)

In seguito ad un intervento di mastectomia e linfoadenectomia talvolta possono instaurarsi alcune problematiche che coinvolgono le strutture di torace, spalla o dell'arto superiore dal lato operato.
Queste sono dovute a vari fattori e sono principalmente :
- dolenzia e difficoltà nel movimento dell'arto superiore
- assenza o riduzione di sensibilità del braccio e/o di parte del torace
- scapola alata: sollevamento della scapola dal tronco nell'elevazione del braccio
- linfedema: raramente si manifesta precocemente nel post-operatorio, nella maggior parte dei casi compare nei primi 2-3 anni dell’intervento. In altri casi il linfedema si manifesta negli anni successivi.

Come posso fare per ridurre il rischio?

SUBITO DOPO L’INTERVENTO
Per limitare al minimo la dolenzia del sito chirurgico si tende istintivamente a sostenere il braccio in posizione fissa, come se si reggesse un libro sotto l’ascella (spalla elevata e arto superiore semiflesso e attaccato alla pancia): in realtà questa posizione mantenuta a lungo, potrebbe provocare altri disagi che possono essere ridotti tenendo l'arto superiore rilassato e con alcuni semplici accorgimenti:
• In posizione sdraiata
Da supina: tenere il braccio del lato operato in scarico su di un cuscino. La mano deve risultare un po’ più in alto della spalla.
Sul fianco sul lato sano: tenere il braccio del lato operato appoggiato sul proprio fianco o su un cuscino piegato in due.
NB. È bene non girarsi sul fianco operato.
• In posizione seduta
Tenere il braccio dal lato operato rilassato lungo il fianco con l’avambraccio appoggiato.
• In piedi e nel cammino
Tenere il braccio del lato operato rilassato lungo il fianco, eventualmente con la mano in tasca per alleggerire la spalla dal peso del braccio.
NB. È utile variare le posizioni del braccio

PREVENIRE / GESTIRE IL LINFEDEMA
Adottando norme igieniche e comportamentali è possibile ridurre il rischio di insorgenza o, in caso il linfedema sia già comparso, migliorarne l’andamento.
• evitare la misurazione della pressione, limitare se possibile i prelievi di sangue (non è tassativamente proibito in linea di principio) e le infusioni nel braccio dal lato dell’intervento;
• evitare gli indumenti troppo stretti. In particolare attenzione al reggiseno con push up o ferretti;
• evitare di portare la borsa dal lato operato;
• pulire e trattare la pelle con cura usando solo sostanze a pH neutro;
• cercare di perdere peso in caso di sovrappeso anche modesto (questo si è dimostrato uno degli elementi più determinanti!);
• proteggere dalle ferite delle unghie e della pelle (manicure aggressiva, depilazione con lametta, giardinaggio, etc);
• indossare guanti comodi per tutte le attività domestiche;
• cercare di evitare punture di insetti o graffi di animali domestici;
• evitare lo stress e il freddo estremo, perché entrambi possono costringere i vasi;
• evitare le attività che dilatano i vasi (lunga esposizione al sole, la sauna o i bagni troppo caldi);
• evitare massaggi con impastamento, mentre il linfodrenaggio manuale ha un effetto positivo;
• indossare sempre i capi compressivi (ove prescritti) durante l’esercizio fisico (ad esempio, durante le attività sportive).

RICONOSCERE IL LINFEDEMA
Il linfedema inizialmente può manifestarsi con:
• gonfiore, che si presenta solitamente a livello della faccia interna del braccio appena sopra il gomito (e del torace in zona operata);
• dolore all’arto;
• arrossamento;
• calore della pelle;
• difficoltà di movimento, sensazione di “impastamento” delle articolazioni

Chi può aiutarmi se riscontro uno di questi problemi?
Queste problematiche possono essere affrontate con l'aiuto del fisioterapista, il professionista sanitario della riabilitazione che attraverso tecniche di mobilizzazione, riattivazione muscolare, rieducazione motoria, drenaggio linfatico manuale e bendaggio guida il processo di recupero della massima funzionalità.